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Published: Feb 02 Posted Under:

PORTA SAN PANCRAZIO NEI SECOLI

La costruzione della porta S. Pancrazio, situata nel perimetro delle mura gianicolensi sull’altura del Gianicolo, risale alla metà del 1800 ed è opera dell’architetto Virginio Vespignani.
La storia dell’attuale porta ha visto succedersi diverse costruzioni prima di quella odierna.
In origine l’area era occupata dall’antica porta Aurelia, la quale si apriva all’interno del recinto delle mura aureliane in posizione leggermente arretrata rispetto a quella odierna.
La porta Aurelia fu sostituita nel 1648 dalla nuova struttura di Marcantonio De Rossi; tuttavia tale porta andò distrutta durante gli eventi bellici del 1849.
La porta attuale è stata realizzata al di sopra delle rovine della porta seicentesca; attualmente essa appare separata dalla cinta muraria da due varchi laterali, aperti al fine di migliorare il collegamento con il quartiere di Monteverde.

La porta Aurelia fu aperta sul colle del Gianicolo nel punto in cui la consolare via Aurelia usciva dalla città; assunse il nome di sancti Pancrati dal titolo della vicina chiesa dedicata al martire cristiano.

Si trattava di una struttura ad unico fornice con due torri laterali.
Il prospetto esterno è documentato nelle piante di Roma antecedenti gli interventi di Urbano VIII, in particolare risultano di rilevante interesse le piante del Tempesta (1593) e del Maggi (1625).
Tra le due piante esistono alcune incongruenze; la più precisa sembra essere quella del Maggi, la quale riporta un camminamento merlato, un portale bugnato e due svettanti e aggettanti torri, una per lato, con due aperture nella parte superiore.
Il Maggi, inoltre, riporta in maniera piuttosto dettagliata anche lo stato di degrado nel quale versava la porta in quegli anni; le due torri risultano solcate da profondi segni neri, crepe e lesioni.

Altra pianta di notevole rilievo è quella del Nolli (1748), la quale permette di risalire all’esatta localizzazione del manufatto originario e al suo rapporto con la cinta muraria.
Essa mostra due bracci di mura, tuttora esistenti, che dovevano essere collegati con la porta stessa.

La porta Aurelia fu sostituita per la prima volta nel 1642 quando, durante la guerra di Castro, il Barberini decise di incrementare il sistema difensivo del Gianicolo e affidò la responsabilità del nuovo programma al cardinale Vincenzo Maculano, suo consulente esperto di architettura militare, il quale si avvalse della collaborazione di numerosi architetti, tra i quali Domenico Castelli e Marcantonio De Rossi.
Fu proprio quest’ultimo l’autore del progetto della nuova porta S. Pancrazio nonché della nuova porta Portese. Realizzate entrambe in posizione più avanzata rispetto alle precedenti.

Le vicissitudini che hanno interessato la porta S.Pancrazio non sono ancora finite.
Durante gli scontri bellici del 1849, infatti, la porta fu gravemente danneggiata sotto gli attacchi francesi.
Nello stesso anno Pio IX incaricò l’architetto Luigi Poletti di verificare lo stato di conservazione delle strutture danneggiate.
Dopo soli due anni Poletti fu sostituito da Virginio Vespignani, il quale fu incaricato di occuparsi della sistemazione della porta.
La nuova porta risulta estremamente sviluppata nelle sue tre dimensioni, tanto da avvicinarsi più all’aspetto di un edificio civile che non a quello di una vera e propria porta urbis.
Il prospetto esterno è dominato dagli stemmi del pontefice regnante, Pio IX, e di Urbano VIII, ed è trattato a bugnato in tutta la zona sottostante l’attico.

Più elegante e leggero appare invece il prospetto interno, suddiviso in tre fasce dalle quattro paraste in travertino che evidenziano l’apertura centrale nonché due finestre su due livelli per ogni fascia laterale.
Sui fianchi della struttura si aprono, infine, tre livelli di finestre.

All’interno la fabbrica si presenta perfettamente simmetrica rispetto all’asse dell’androne e proprio in corrispondenza dell’androne stesso si apre una grande sala a tutta altezza coperta con volta a botte.

L’aspetto attuale della porta si deve agli interventi di restauro realizzati per il Giubileo del 200, nel corso dei quali si è deciso di dedicare particolare attenzione alle Mura Aureliane.
Per quanto riguarda l’attuale porta S.Pancrazio, si è trattato del primo intervento di sistemazione integrale, a seguito del quale tutti gli ambienti interni sono stati destinati ad una nuova funzione espositiva.
L’importante intervento ha provveduto alla messa a norma di tutti gli impianti, alla realizzazione di adeguati percorsi e all’eliminazione delle barriere architettoniche mediante l’installazione di un ascensore e di un montascale; per quanto riguarda gli esterni, invece, si è provveduto alla risistemazione degli elementi in travertino e in cortina laterizia, nonché alla riproposizione delle coloriture originarie.

Nel 1849 porta S.Pancrazio rivestì un ruolo di primaria importanza nella difesa disperata di Roma, capeggiata da Giuseppe Garibaldi, contro l’attacco da parte delle truppe francesi.
In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia la porta è diventata sede di un museo dedicato alla Repubblica Romana del 1849 e alla tradizione garibaldina.

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