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Published: Feb 02 Posted Under: agostiniano

L'EX CONVENTO DI SANT'AGOSTINO A TUSCANIA: un contenitore di memorie in dissolvenza

La città di Tuscania ha una storia molto antica alle sue spalle.
La fase iniziale del suo popolamento può essere collocata già intorno al 1200 a.C.
L’aggregazione dei primi insediamenti e di quelli che si svilupparono successivamente avvenne in maniera piuttosto lenta e portò alla costituzione della città di Tuscania soltanto nel IV secolo a.C.

Nel 285 a.C. la città fu occupata dai romani e adottata come caposaldo per il controllo di un territorio molto vasto rispetto al quale essa occupava una posizione centrale.

Lo sviluppo economico di Tuscania crebbe di pari passo con l’espansione cristiana e, durante il Medioevo, essa divenne una fiorente diocesi.

Il suo aspetto urbanistico rimase invariato fino al X secolo, periodo in cui la cinta muraria fu notevolmente allargata, segno questo della grande crescita che stava interessando la città.

Un momento molto drammatico per la città è certamente rappresentato dall’avvento della peste nera che, dal 1348 al 1353, colpì molte zone dell’Europa, oltre che del resto del mondo.
L’epidemia provocò una grave decimazione della popolazione tuscanese e una conseguente profonda crisi economica; la cinta muraria venne addirittura ristretta tagliando fuori veri e propri quartieri.

In seguito, l’economia tuscanese riuscì a risollevarsi, soprattutto grazie allo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento; i ricchi proprietari terrieri iniziarono ad investire consistenti risorse economiche nella realizzazione di importanti palazzi; parallelamente, gli amministratori comunali iniziarono a decorare gli spazi pubblici con artistiche fontane barocche e a pavimentare le strade.

Il momento di rottura tra la storia “antica” di Tuscania e la sua era moderna è in realtà piuttosto recente e corrisponde alla data del grave evento sismico che il 6 febbraio del 1971 ha colpito la città.
Ed è proprio questo sisma che segna anche l’abbandono definitivo dell’ex Convento di Sant’Agostino, utilizzato per molto tempo e fino a quel momento come rifugio per gli sfollati della Seconda Guerra Mondiale.

L’ex Convento di Sant’Agostino si trova subito a ridosso delle mura cittadine di Tuscania, proprio in posizione centrale rispetto alle due porte storiche, Porta di Poggio e Porta Montascide.
Il complesso si trova in posizione sopraelevata rispetto alla piazza antistante le mura, Piazza Trieste, ed è delimitato a Nord-Ovest dalle mura stesse, a Nord da Piazza Italia, a Sud-Est da Largo del Collegio e a Sud-Ovest da Via delle Scale Lunghe.

Adiacente al convento è la chiesa, la quale affaccia anch’essa su Largo del Collegio, da cui ha accesso.

Per quanto concerne il convento, la struttura attuale conserva ben poco dell’impianto originario.
Non si hanno notizie certe riguardo la data di inizio della costruzione ma essa è comunque collocabile intorno alla fine del 1200 in quanto la prima notizia che accerta la presenza dell’ordine agostiniano a Tuscania risale proprio al 1275.

La struttura si presenta di forma quadrilatera piuttosto irregolare e si sviluppa attorno ad un chiostro trapezoidale perimetrato da una serie di arcate su tozze colonne in nenfro.
I livelli sono due: al piano inferiore si concentrano ambienti la cui datazione è certamente più antica; essi si presentano con la quasi totale assenza di pavimentazione, ad eccezione di alcune limitate porzioni di pavimentazione antica nel chiostro e di alcune porzioni più recenti, sempre all’interno del chiostro.

Tramite due scale interne, una delle quali attualmente non percorribile a causa della quasi totale assenza di gradini, ad eccezione di quelli iniziali, è possibile accedere al livello superiore.

Il primo piano appare oggi notevolmente rimaneggiato rispetto a quella che poteva essere la sua configurazione iniziale.
I suoi numerosi locali si sviluppano prevalentemente in direzione longitudinale rispetto alle direzioni di ciascuno dei lati del chiostro.
A Nord-Est il livello superiore è aperto in una loggia che consente l’affaccio sul chiostro attraverso una serie di arcate su pilastri quadrati, questi ultimi poggiati su un parapetto in nenfro costituito da tozze colonnine su base quadrata.
All’interno di alcuni dei locali del primo piano sono visibili gli estradossi delle volte di copertura del livello sottostante, mentre in altri locali sono stati realizzati nuovi solai piani a seguito dei danni subiti dalla struttura in conseguenza al sisma del 1971.

Per ciò che concerne l’impianto ecclesiastico esso si presenta a navata unica con un’importante cappella laterale, la Cappella Ludovisi o di San Giobbe, realizzata nel 1486.
Nel XIV secolo la chiesa subì un importante restauro che portò all’introduzione di forme gotiche, le quali andarono a sovrapporsi allo stile romanico più antico.
Tra queste, lo snello finestrone a sesto acuto che si apre su Piazza Italia e che irradia luce nel presbiterio e l’arco trionfale a sesto acuto che dà accesso all’abside.

Attualmente la struttura versa in condizioni di totale abbandono.
Essa è divenuta abitazione di una numerosa colonia felina, oltre che di innumerevoli volatili, tanto che l’intera pavimentazione del primo livello è coperta da uno spesso ed uniforme strato di guano.
Ovunque risultano assenti gli infissi; i vani delle finestre a strombo sono stati chiusi attraverso l’applicazione di provvisori telai lignei sui quali sono state inchiodate delle reti metalliche.
La pavimentazione è quasi totalmente assente.
Inizialmente il chiostro era reso inagibile a causa della presenza di una fitta vegetazione che ha reso ancora più complesse le operazioni di rilievo dello stesso.

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