BLOG

Published: Feb 02 Posted Under: forlanini

IL COMPLESSO DEL FORLANINI: da Paradiso dei degenti ad Inferno dei senzatetto

Era l'inizio degli anni Trenta quando la cittá di Roma decise di costruire in zona Monteverde un Ospedale per il ricovero e la cura di coloro che erano affetti da tubercolosi. Il complesso doveva estendersi all'interno di un'area verde di 280.000 metri quadrati, interamente cosparsa di alberi ad alto fusto.
I lavori si conclusero con l'inaugurazione della struttura il 10 dicembre 1934.

Gran parte del tufo utilizzato per la costruzione fu estratto da una cava realizzata all'interno del cantiere stesso, probabilmente ampliandone una giá esistente. Si ottenne cosí un esteso ambiente sotterraneo di 7000 metri quadrati, nel quale furono lasciati grandi pilastroni di roccia per garantirne la stabilitá.
Fu proprio all'interno del grande spazio della cava che, grazie ad una temperatura costante di circa 13 gradi nel corso dell'intero anno, fu possibile ricavare un magazzino per le derrate alimentari, oltre ad un serbatoio per il vino e l'olio.

Non meno importante, l'acqua di falda, che era andata ad allargare in parte la cava, era potabile e veniva dunque utilizzata per le necessità ospedaliere.
Nel corso degli eventi bellici della Seconda Guerra Mondiale, l'ambiente della cava offrì rifugio tanto ai degenti e al personale dell'ospedale quanto agli abitanti della zona.

Il complesso fu progettato con l'intento di farne una sorta di paradiso terrestre in cui la qualità dell'aria e l'abbondanza di cibo avrebbero consentito, come allora si credeva, la guarigione dei degenti.
Infatti fu scelta una posizione ottimale che permise la presenza di essenze rare che dovevano garantire ai ricoverati un'aria dai poteri miracolosi.

Si ottenne, infine, un impianto architettonico estremamente funzionale: grazie ad una corretta esposizione a sud-est nonché ad una planimetria a forma di ferro di cavallo, si garantirono grandi quantità di aria e di luce in ambienti asciutti e ventilati, ottenendo un opportuno benessere termo-igrometrico.

Molto ampi sono gli spazi destinati alla degenza, stanze con alti soffitti ed estese balconate che consentono la comunicazione tra le camere dell'intero piano. Sulle terrazze, poi, i ricoverati avrebbero potuto riposarsi su di una sdraio e recuperare le forze grazie ad un sistema di filodiffusione con auricolari personali.

Purtroppo oggi sopravvive ben poco degli antichi fasti: rimane certamente la sensazione di trovarsi all'interno di un complesso che ha poco a che fare con un impianto ospedaliero; si tratta, tuttavia, di un organismo ancora pulsante ma che lentamente sta morendo. Gravi sono le cicatrici che la fabbrica mostra oggi sul proprio corpo: numerosi cedimenti strutturali e solo pochi di essi risanati; interi padiglioni trasformatisi in rifugi per piccioni di passaggio, divenuti essi stessi testimoni di un pezzo della storia romana che purtroppo lentamente si cancella.

Italiano

PREVIOUS POST   -   NEXT POST